I risultati arrivano ma a Torino il clima non è così sereno. La Juventus è letteralmente sotto assedio e la Serie A osserva con grande attenzione.
La vittoria contro la Roma ha restituito alla Juventus qualcosa che negli ultimi mesi sembrava smarrito: certezze. Non tanto per il risultato in sé, quanto per la sensazione di solidità ritrovata, di una squadra finalmente più compatta e capace di reagire alle difficoltà. In un campionato segnato da alti e bassi, il successo contro i giallorossi ha rappresentato un passaggio chiave, soprattutto sul piano mentale, per una Juve che sta cercando di ricostruire identità e continuità. Mentre il campo sembra tornare a dare risposte incoraggianti, lontano dallo Stadium il club bianconero è finito al centro di una tempesta mediatica e finanziaria senza precedenti. Nelle scorse settimane, infatti, la Juventus ha subito quello che negli ambienti vicini al club è stato definito un vero e proprio “assalto” da parte di Tether, colosso del mondo delle criptovalute già presente nell’azionariato.
L’azienda americana ha formalizzato un’offerta per acquisire il controllo del club, mettendo sul tavolo una cifra superiore al miliardo di euro e proponendo una valutazione complessiva attorno a 1,1 miliardi. Una proposta che ha avuto un impatto immediato sui mercati, facendo impennare il titolo in Borsa e riaccendendo il dibattito sul futuro societario della Juventus. La risposta della proprietà, però, è stata netta. Exor, attraverso una decisione unanime del consiglio di amministrazione, ha respinto l’offerta, ribadendo la volontà di mantenere il controllo del club. Un messaggio rafforzato anche dalle parole di John Elkann, che ha chiarito come la Juventus non sia considerata un asset da mettere sul mercato, ma un elemento identitario centrale per la famiglia Agnelli-Elkann. Il no a Tether, però, non ha chiuso il capitolo. Anzi, ha finito per attirare nuove attenzioni internazionali su un club che, nonostante le difficoltà recenti, continua a rappresentare uno dei marchi più forti del calcio europeo.
Dall’America al Medio Oriente: l’ombra saudita sulla Juventus
Se l’offerta di Tether è stata respinta, altre voci hanno iniziato a circolare con sempre maggiore insistenza. Negli ambienti finanziari di Torino, quelli più vicini ai vertici di Exor, si parla infatti di un interessamento proveniente dall’Arabia Saudita. Non una trattativa ufficiale, ma contatti esplorativi, sondaggi e valutazioni preliminari che avrebbero fatto emergere una cifra ben diversa rispetto a quella proposta dal gruppo americano. Secondo le indiscrezioni, la famiglia Agnelli-Elkann avrebbe sempre considerato congrua una valutazione della Juventus intorno ai 2 miliardi di euro, una soglia ritenuta coerente con il peso storico, mediatico e commerciale del club, indipendentemente dall’attuale capitalizzazione di Borsa. Una cifra quasi doppia rispetto all’offerta di Tether e che, in teoria, potrebbe rendere il discorso più interessante dal punto di vista finanziario.

Dall’America al Medio Oriente: l’ombra saudita sulla Juventus – calciodilettante.it (screen Youtube)
A rendere il quadro ancora più complesso ci sono i rapporti personali e industriali. John Elkann intrattiene da tempo relazioni solide con il principe ereditario Mohammed bin Salman, legami che si intrecciano anche con altre operazioni economiche di alto profilo, come le discussioni in corso sul futuro del gruppo editoriale GEDI. Un contesto che alimenta le speculazioni e rende credibile l’ipotesi di un interesse saudita strutturato, seppur ancora lontano da una proposta formale. Resta però un nodo centrale: la volontà della proprietà. Al di là delle cifre, la Juventus per la famiglia Agnelli-Elkann rappresenta molto più di un investimento. È un simbolo, un patrimonio identitario e mediatico che va oltre il bilancio e le logiche di mercato. Anche davanti a una valutazione da 2 miliardi, non è affatto scontato che John Elkann possa aprire alla cessione.
Juventus, club sotto assedio: ultim'ora in Serie A - Calciodilettante.org (screen Youtube)






